martedì 10 giugno 2008

Calcificazione

Sono iniziati gli europei. Sì certo, di calcio, che domande! Qua in Italia se dici europei, campionato, classifica o Nazionale, al 99.9% la mente della gente schizza di volata ai prati verdi del calcio, mentre pochi sembrano considerare l’idea che esistano giocatori, mondiali, risultati e squadre anche di decine di altri sport di pari dignità, che esistano anche canestri, mazze, palline, racchette e quant’altro.
Qua e là si levano timide voci di critica sulle assurdità del pianeta calcio: gli stipendi da manicomio, il dissennato delirio delle folle, lo spazio spropositato che risucchia su giornali e tivù. Tutto questo per un GIOCO, i cui protagonisti altro non fanno se non appunto giocare, azzeccando il congiuntivo solo il 29 di febbraio, e risultando così tristemente banali nelle loro dichiarazioni post partita. Tutto questo per uno sport con le dovute eccezioni sporco, nel quale rischi di morire andando allo stadio. Ma tant’è, non cambia mai niente.

Ci sarebbe da riflettere per bene su come siamo arrivati a questo punto, ma lasciamo stare: preferisco raccontarvi dello spaventoso abisso che ho visto di persona quando, nel giro di dieci giorni, sono stata al raduno della Nazionale di Recalcati a Bormio, e a seguire mi sono imbattuta nel ritiro pre-campionato della Juve.

La Nazionale è a Bormio in silenzio, non ci sono cartelloni pubblicitari, bandiere, stand; i giocatori arrivano al palazzetto per lo più a piedi, portando la loro borsa; si fermano a chiacchierare con chiunque, rispondono quasi sempre “ma certo!!” e “volentieri!!” alle richieste di foto e autografi; si pongono alla pari con tutte le persone che si rivolgono loro, e la sera passeggiano tranquillamente in paese, frequentano posti comuni, vanno alla sagra locale in mezzo alla gente.
In palestra i tifosi assistono gratuitamente agli allenamenti in religioso silenzio, ma il loro calore si percepisce con chiarezza: sono lì a seguire i giocatori, il loro lavoro; li stimano per quello che fanno, non così a priori, in modo irrazionale, solo perché “sono cestisti”; certo ci sono ammirazione, coinvolgimento, affetto, ma si respira un’aria piacevole, senza esasperazioni di alcun tipo; da bordo campo puoi sentire vicini i giocatori, come se ti guardassero, ti riconoscessero. Sono persone come te.
Un giorno ho visto lo zio Teo, dopo l’allenamento, fare segno al conducente del pulmino di partire pure, che lui si sarebbe fatto la strada del ritorno a piedi per riuscire a firmare gli ultimi autografi a due bambini appena arrivati accanto a lui…sicuramente l’avrebbe fatto anche Trezegol, come no!!

Loro invece, i divi, sono più blindati di Bush; nei dintorni del campo è sorto il villaggio Juve, un immenso quartiere a base di stand legati alla società; centinaia di persone stanno per ore immobili davanti all’albergo dove alloggia la squadra, per scorgere in lontananza la sagoma indistinta di un giocatore; altrettante assaltano il pulmino per sperare di intravedere chi ci sta sopra; urla di delirio e un elevato rischio di svenimenti serpeggiano sulle tribune durante gli allenamenti. Tre pazze sono state in strada dalla sera alla mattina, davvero: dalla sera alla mattina, sotto alla camera di Del Piero, a gridare “Alessandro Del Piero alèèè, sei la cosa più bella che c’èèèè”..ma per piacere! E una di loro si era pure dipinta sul petto una scritta, il cui concetto era: “Del Piero, se scendi te la dò”. L’allenamento si può vedere, certo, basta fare una fila interminabile e pagare: 5 euro ogni seduta; 20 euro l’amichevole con la sesta categoria locale. E rimane ancora da aggiungere un’aggravante non da poco: questa era la squadra appena travolta da uno scandalo senza precedenti, appena retrocessa in serie B, formata dai ragazzini del tutto sconosciuti e un paio di “vip” volonterosi, mentre tutti gli altri erano ancora bellamente in vacanza.

E' poi preoccupante che la situazione peggiori col tempo: anni fa nello stesso posto venivano altre squadre in ritiro, e io mi ricordo perfettamente Tacconi, Peruzzi, Conti e Il Principe Giannini passeggiare tranquillamente in paese…cosa succede?? Boh…io non vedo l’ora di andare come ogni anno a Bormio!!

Ah, un’ultima cosa: ho sempre pensato che se l’Italia del basket dovesse vincere qualcosa, mi piacerebbe provare a fare in modo che tra baskettari di ogni tipo, tifosi, giocatori e simpatizzanti si diffondesse un passa parola per far scendere tutti quanti nelle piazze, proprio come succede col calcio…secondo voi quanta gente ci starebbe??

1 commento:

Morands ha detto...

Anche io ho sempre pensato che bello sarebbe stato per esempio fare un bagno nella fontana a DeFerrari quando abbiamo vinto la semifinale alle Olimpiadi, o quando abbiamo vinto gli Europei del '99...
Mi ricordo una foto splendida di una strada in Grecia completamente bloccata da una marea di gente che era scesa a festeggiare la vittoria in semifinale contro gli Stati Uniti, mi pare fossero i Mondiali del 2006. Roba che se succedeva a noi di batterli, lo scrivevano in prima pagina sulla Gazza ed era già tanto.